I PARCHI DELLA SARDEGNA
Mostra fotografica di Domenico Ruiu
Orari di apertura: Mar – Dom, 10.00-17.00
Domenico Ruiu
“Sono nato a Nuoro, in Barbagia, e tuttora ci vivo. Ho sempre avuto un rapporto diretto con la fauna della mia terra; da piccolo mi chiamavano “Su puzonarju”, la traduzione “uccellatore” è riduttiva, perché ero sempre “a giro” con fionda, vischio e quant’altro occorreva per catturare uccelli.
Poi ho cacciato, molto, sino ai trent’anni. Sono sempre stato curioso della vita degli animali e questa curiosità, infine, mi ha portato a sostituire il fucile con la macchina fotografica. Una evoluzione importante. Ho iniziato con la mitica Nikon Photomic e qualche breve ottica, completamente all’oscuro di fotografia ma con l’incrollabile certezza che avrei fotografato l’ogni giorno degli animali.
Ho iniziato con le specie vicino a casa, poi quelle delle pianure e delle montagne sarde, degli stagni e delle paludi. Ma il grande amore, da sempre, sono stati i rapaci, specie i più rari. Viverli è stata una scelta di vita, una straordinaria avventura che mi ha consentito di avvicinarmi ai confini della loro, fantastica, dimensione. Prima ho fotografato quelli presenti in Sardegna, poi sono andato a cercare altrove quelli estinti nella mia terra. Infine ho viaggiato per conoscere e fotografare alcuni di loro che sardi non lo sono mai stati, ma che godono fama di grande fascino.
Giro con un binocolo Swarovski 10×42 e fotografo con le ottiche e le reflex della Canon.
I miei oltre settant’anni di età e gli oltre quaranta di attività, il fatto di aver avuto la fortuna di fotografare nel loro ambiente la gran parte degli animali della Sardegna, il gravare del peso dello zaino con i miei inseparabili compagni di viaggio, grandi tele e i cavalletti pesanti, mi hanno portato a guardarmi intorno con occhi diversi e diversa sensibilità. Ed ecco che quei luoghi che tanto ho frequentato, cercando soprattutto gli animali, mi si sono svelati nella loro sorprendente bellezza. Anche prima guardavo e fotografavo l’ambiente, ma soprattutto l’ambiente con l’animale inserito a far da primo attore, anche quando appariva minuscolo nell’insieme dello scatto. Piano piano, in sincronia con il rallentare fisiologico del passo della camminata, un’alba, una peonia, una cascatella, la magnificenza della foresta o il senso di libertà della montagna mi hanno svelato tutta la loro bellezza intrinseca, intrigandomi in una nuova suggestione. Gradualmente, ma irresistibilmente, il grandangolo sta sostituendo il grande tele, mentre emozioni diverse ma sempre totali continuano a possedermi, nel perdurare infinito del rito magico della preparazione dello zaino la sera prima.”