14 Febbraio 1938: il primo incidente mortale
Oggi l’Amministrazione Comunale di Carbonia commemora le vittime del primo incidente mortale della Grande Miniera di Serbariu, avvenuto il 14 Febbraio del 1938.
In foto la lettera del figlio di uno dei minatori deceduti: uno spaccato di vita dell’epoca, un racconto di famiglie con tanti figli e poche risorse, di perdite affettive importanti, di come a volte esista “…un ponte – oltre la storia, oltre la morte, oltre la lontananza – tra affetti, divisi ma non per sempre.”
Ecco, in breve, quanto accadde quel giorno:
Una forte venuta d’acqua provocata dallo sparo mine nella fronte del Traverso Banco 1 nord del livello -100 allagò in breve tempo i lavori esistenti, risalendo in 14 ore sino alla quota di +38,90 metri slm.
Ludovico Silvestri (17 anni) di Lama dei Peligni, Nicola Santarelli (46 anni), Amadio Merlino (34 anni), Domenico Marinelli (21 anni) e Nicola Merlino (47 anni), tutti di Taranta Peligna, morirono annegati, bloccati dall’acqua in risalita sulla fronte della Rimonta in preparazione alla quota di -78,75 metri slm, dove lavoravano nel tratto terminale del Traverso Banco 2 nord del livello -100 (cioè a circa 135 metri di profondità).
Per la mancanza di pompe di potenza adeguata all’ingente quantitativo d’acqua da edurre, i loro corpi furono recuperati solo il 23 Giugno successivo, per essere sepolti nel Cimitero di Serbariu.
Dal 2001 una stele in ricordo dei 5 minatori, realizzata dallo scultore Luigi Angius, è posizionata in corrispondenza del punto in cui avvenne la tragedia.